lunedì 5 novembre 2012

Il crepuscolo dei babbei

Ci sono argomenti che visti i tempi non è superfluo od eccessivo trattare con continuità, anche perchè lobotomizzati dalla mattina alla sera dai maestri del neoliberismo non possiamo fare a meno di reagire colpo su colpo alle loro cantilene, al loro mantra che ci indica una sola via d'uscita: la loro.Lasciare l'euro sarebbe una catastrofe, allontanarci dal rigore non ci porterebbe lontano,non rispettare i trattati ci isolerebbe e saremmo condannati alla miseria. Probabilmente è tutto vero, ma rivoltiamo l'ipotesi: rimanere nell'euro, rispettare i trattati, mantenere il rigore e aumentare i tagli dove ci porta? Abbiamo messo il pareggio di bilancio in costituzione e firmato il fiskal compact, ciò significa un rientro annuale dal debito di circa cento miliardi di euro, tra interessi e quota reale. Domanda semplice semplice, cento miliardi l'anno da trovare a tutti i costi da chi si prendono? Rimanendo fedeli a questa linea quale sarà il nostro futuro? Ma i professoroni   evitano questa domanda e non danno risposte. C'è una bella trasmisssione alla radio con analisi delle notizie e commenti degli ascoltatori condotta da giornalisti quasi sempre seri e scrupolosi ma rigorosamente allineati al pensiero unico. In questi giorni ce n'è uno giovane e presuntuoso che da dieci secondi per le domande e si prende un quarto d'ora per le risposte che poi è un pistolotto indigesto e preconfezionato con i soliti ingredienti ed il solito tono perentorio: è così e basta. Per esempio ha motivo di lagnarsi per i pochi tagli alla spesa, e dai, le troppe tasse, e dai, e udite udite, autentica new entry tipica di chi si vuol far accogliere nel reame dei bocconiani "doc", il rimprovero al governo che non ha ancora chiesto l'aiuto del mes.

domenica 4 novembre 2012

Crisi e politica, analisti finanziari in piazza con i 5 Stelle: “L’Esm? Una trappola” - Il Fatto Quotidiano

Crisi e politica, analisti finanziari in piazza con i 5 Stelle: “L’Esm? Una trappola” - Il Fatto Quotidiano

I PURITANI - VINCENZO BELLINI - 2009 ( BOLOGNA )

Strappi

Il nostro caro e amato presidente insiste, la legge elettorale va cambiata perchè quella vigente non sarebbe adeguata a garantire i diritti di elettori ed eletti. A prima vista sembra una presa di posizione ineccepibile, ma, a mente fredda lascia molti dubbi. Con questa legge si sono fatte due elezioni e nessuno, a parte uno sparuto gruppo di referendari ha avuto un granchè da dire o si è dato da fare seriamente per cambiarla, solo qualche mugugno, poi colpo di scena, quello che sembrava il punto debole in assoluto la preferenza coatta e senza possibilità di scelta viene difeso a spada tratta dai democratici: Le preferenze costano troppo e favoriscono i ricchi, ripristinarle sarebbe un errore. Ci si concentra sul premio di maggioranza, valutando le diverse possibiltà che possono spuntare dalle urne ci si accorge che c'è il rischio di dare questo premio al partito di Grillo che ha molte possibiltà di vincere e di avere più voti degli altri. Ipotesi terribile da scongiurare a tutti i costi anche facendo delle correzioni in corsa, annullando il suddetto premio o alzandolo di quel tanto che non lo faccia scattare. Tutto questo modo di procedere, a scatti convenienze e colpi di mano viene chiamato democrazia.
P.S. Una militante 5stelle squittisce banalità in un format televisivo, il suo referente politico la redarguisce con i modi spicci che gli sono propri. Bene per la stragrande maggioranza dei media  sta in quest'intervento il vero pericolo per la democrazia, non nel cercare di cambiare le regole elettorali a pochi mesi dal voto. Anche qui non sarebbe male obbligare i giornalisti in questione a rileggersi come condanna ed espiazione tutto quello che scrivono, senza alcuna pietà per le urla di disgusto e le invocazioni di aiuto.

sabato 3 novembre 2012

Registi

Il buon woody dice che bisognerebbe dare la galera e poi le fiamme dell'inferno all'inventore dei serramenti di alluminio anodizzato, ci associamo e allunghiamo la lista. I registi di opere liriche andrebbero condannati ad una pena supplementare ed atroce: la visione perpetua delle loro rappresentazioni. Bayreuth 2012 un regista al limiti di un narcisismo incontrollato e patologico mette in scena un Parsifal assurdo e coi personaggi principali ridotti a macchiette d'avanspettacolo, Il guerriero panzuto e pingue costretto in un vestitino da marinaretto, così ci ricordiamo che ha problemi con l'immagine della madre, scene anni 30 con bandiere e situazioni dell'epoca,personaggi inventati di sana pianta, il cattivo che ricorda  Frank wrustel il protagonista di Rocki Horror Pictures show e poi una serie di comparse che rifanno il verso al  Romero degli zombie. Ma Wagner non merita un pò più di rispetto?

venerdì 2 novembre 2012

Pericolo nell'urna

Al tempo della prima esplosione del fenomeno lega gli analisti, i sociologi ci dicevano che bisognava prendere atto che quei voti esprimevano un bisogno reale, un bisogno di territorialità, d'identità a lungo negata dai partiti tradizionali. Si capiva già dalla parlata, dai modi, che era gente da cui bisognava prendere le giuste distanze, allontanarli ove possibile dai centri di potere da cui presumibilente una volta preso possesso non si sarebbero più staccati, ma faceva comodo minimizzare, puntare sul folklore, sono brava gente si diceva a cui va data la giustà opportunità, emarginalizzarli può essere controproducente, parliamo, dialoghiamo e li renderemo utili alla democrazia. Sappiamo com'è finita. Bene, adesso abbiamo un fenomeno analogo anche se non legato nello specifico alla territorialità e all'identità etnica, ma i presupposti di malomore e di disaffezione verso un certo modo di fare politica sono simili, uguale il bacino elettorale trasverasale e interclassista, ove ce ne fossero ancora traccie. Ma non c'è un organo di stampa che dia loro scampo, attaccati ,sbeffeggiati, sono diventati il diavolo nell'urna. Dov'è finita tutta la vostra comprensione per un nuovo che deve essere verificato come dicevate per i coltivatori diretti dell'odio padano? Questi fanno paura perchè non sanno neanche loro dove vogliono arrivare, non hanno idee precise sul futuro ma lo vorrebbero ricostruire su basi nuove da inventare. Chi non è convinto di ciò che si sta facendo e non pensa che sia l'unica strada percorribile è pericoloso perchè mette in discussione la verità, che è una, indiscutibile. Ci avete messo in testa che non abbiamo alternative e quindi dobbiamo percorrere la strada che ci avete indicato e solo quella. Sotto a demolire il comico. Alcuni giornalisti raggiugono vette altissime di commozione e di paura solo a sentir parlare di dubbi sull'Europa e sui trattai in corso, vedi mai che ne abbiano fatto una questione personale?

giovedì 1 novembre 2012

Curlandia

Nel paese di Curlandia tutti più o meno stanno bene,riescono a mangiare, divertirsi, curarsi senza eccessivi problemi, inoltre lì li si produce un ottimo cioccolato fondente che viene gradito e consumato anche fuori dallo staterello. Un bel giorno il console primario annuncia che i cittadini consumano più di quello che producono, così non può andare avanti,bisogna cominciare a risparmiare e ridurre le spese, si comincia subito portando le feste per la vittoria da cinque a un giorno, si abbassano le indennità e per decreto immedato viene razionato lo zucchero da mettere nel caffè, naturalmente non basta e si cominciano a fare tagli sostanziosi sulla spesa pubblica. I conti sembrano migliorare, l'inflazione è bassa ma i cittadini cominciano a spendere meno e a consumare meno cioccolato dovendo sopperire di tasca propria ai servizi mancanti o ridotti, la produzione soffre per il calo della domanda e le industrie cominciano a licenziare, il Pil si abbassa e i conti tornano in alto mare. Altri tagli sempre più incisivi sulla vita della gente: pensioni, indennità, detrazioni ma non basta. Gl'imprenditori per sopperire al calo interno puntano sull'export ma devono contenere i costi e l'unico modo veloce per tornare competitivi è quello di abbassare i salari e aumentare le ore lavorative, diminuisce ancora la domanda interna ai minimi storici e si devono chiedere prestiti per sopperire alla mancanza di liquidità, se non si produce, non si consuma c'è anche un minore introito erariale e i conti non solo saltano ma non c'è più neanche la liquidità per pagare stipendi e pensioni dal momento che ci si è assunti l'onere e l'obbligo del pareggio di bilancio: mai più creare moneta a debito. Si devono dunque vendere, svendere, regalare i beni dello stato per creare questa liquidità, ma ciò può essere fatto una sola volta. Quando non c'è più niente da alienare, quando il debito è stato stabilizzato, cioè i creditori si sono ripresi il capitale e buona parte degl'interessi, viene dichiarato il default