venerdì 2 novembre 2012

Pericolo nell'urna

Al tempo della prima esplosione del fenomeno lega gli analisti, i sociologi ci dicevano che bisognava prendere atto che quei voti esprimevano un bisogno reale, un bisogno di territorialità, d'identità a lungo negata dai partiti tradizionali. Si capiva già dalla parlata, dai modi, che era gente da cui bisognava prendere le giuste distanze, allontanarli ove possibile dai centri di potere da cui presumibilente una volta preso possesso non si sarebbero più staccati, ma faceva comodo minimizzare, puntare sul folklore, sono brava gente si diceva a cui va data la giustà opportunità, emarginalizzarli può essere controproducente, parliamo, dialoghiamo e li renderemo utili alla democrazia. Sappiamo com'è finita. Bene, adesso abbiamo un fenomeno analogo anche se non legato nello specifico alla territorialità e all'identità etnica, ma i presupposti di malomore e di disaffezione verso un certo modo di fare politica sono simili, uguale il bacino elettorale trasverasale e interclassista, ove ce ne fossero ancora traccie. Ma non c'è un organo di stampa che dia loro scampo, attaccati ,sbeffeggiati, sono diventati il diavolo nell'urna. Dov'è finita tutta la vostra comprensione per un nuovo che deve essere verificato come dicevate per i coltivatori diretti dell'odio padano? Questi fanno paura perchè non sanno neanche loro dove vogliono arrivare, non hanno idee precise sul futuro ma lo vorrebbero ricostruire su basi nuove da inventare. Chi non è convinto di ciò che si sta facendo e non pensa che sia l'unica strada percorribile è pericoloso perchè mette in discussione la verità, che è una, indiscutibile. Ci avete messo in testa che non abbiamo alternative e quindi dobbiamo percorrere la strada che ci avete indicato e solo quella. Sotto a demolire il comico. Alcuni giornalisti raggiugono vette altissime di commozione e di paura solo a sentir parlare di dubbi sull'Europa e sui trattai in corso, vedi mai che ne abbiano fatto una questione personale?

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