mercoledì 26 ottobre 2011

lies

Bugie su bugie, ma dette a raffica non fanno più ragionare nè pensare, se non si da tempo di capire cosa sta succedendo e perchè, tutto diventa più facile e si possono far passare nei cieli migliaia di asini volanti. Non li vedi? Neghi l'evidenza e la necessità che è alla base di tutto questo. Si deve fare perchè è necessario lo vuoi capire o no? Chi ha dei dubbi va scartato e isolato perchè mina profondamente il consenso genereale e le sicurezze di cui l'intera società ha bisogno più del pane.

lunedì 24 ottobre 2011

fine delle ideologie(?)

La vittoria del libero mercato, datata 1989, ha segnato anche la fine della storia, di tutte le storie.E' rimasta in piedi solo un'unica narrazione,fatta di "io" al posto del  "noi",di competitività e lotta, di plusvalenze.Quando si tagliano diritti e certezze accumulati nel corso di anni lo si fa anche per una certezza ideologica (alla faccia di quelli che insistono sull'assoluto pragmatismo del liberismo ).La certezza è che con una vita piena di rischi la gente, il popolo, si arricchisca meglio e prima. Le sicurezze date da una buona legislazione sociale non fanno che fiaccare gli spiriti animali più puri, non permettendogli di sviluppare tutta la propria creatività e potenzialità. Molti, pensano che ciò sia vero e i benefici prima poi arriveranno. Siamo arrivati, o ritornati, ad una teoria finalistica. Se ciò in cui credo non si è ancora realizzato, non è perchè è sbagliato in se ma solamente perchè io , non ci ho creduto abbastanza.

domenica 23 ottobre 2011

Cosa succede in città

E' un pomeriggio di domenica e fa freddo. In giro succedono un sacco di cose, ma niente che valga la pena di essere raccontato: tiranni che cadono e altri che resistono. Finita l'attenzione sulla Libia ,si ritorna a parlare di soldi e del "debito". Si  sente dire che la prima cosa da fare, tutti quanti, è di metterci in riga, basta scialacquare. Mi vengono in mente i cittadini Greci e Italiani che si ritrovano nelle difficoltà attuali perchè "hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità", è un mantra comune, da destra e da sinistra. Bene, io m'immagino queste persone, tutte, a bordo dei loro cabinati passare i loro giorni tra Montecarlo e le Barbados,famiglie di muratori che fanno acquisti tra via Condotti e via Montenapoleone, sciagurati senza alcun senso dell'etica e del risparmio. Chi è che è vissuto al di sopra delle proprie possibilità?Forse mangiare due volte al giorno, lavarsi, vestirsi, leggere qualche raro libro e mandare i figlia a scuola, è questo che è considerato vivere al di sopra delle proprie possibilità?Ci dicono che per far lavorare i giovani i vecchi devono andare in pensione più tardi. E che gli asini volano non c'è alcun dubbio, basta solo ripeterlo mille volte al giorno e diventa ovvio e accertato. Quante bugie sfrontate e senza alcuna aderenza alle cose reali dobbiamo ancora sopportare? Non potete dirci  che le cose stanno così perchè vi fa comodo e che noi non abbiamo voce in capitolo per cambiarle? Sarebbe tutto più semplice e più onesto.

domenica 16 ottobre 2011

Si parla sempre più spesso di redistribuire la ricchezza, ma si prende poco in considerazione la necessità di redistribuire la felicità che poi è data dal tempo. Senza tempo per le proprie attitudini, senza pause per pensare e fare non c'è felicità. Nei lontani anni 70 si ipotizzava la fine del lavoro, visto come schiavitù, bene, sembra che gli ex ragazzi di allora siano stati presi in considerazione ed il "lavoro"sta sparendo lentamente ed inesorabilmente e quel poco che rimane è senza regole nè tempi precisi: orari, turni e mansioni sono decisi in modo da togliere ogni possibilità di visibilità sociale e di ricchezza individuale. Esempio: Con turni spezzettati ad orari assurdi come si può pensare di aggiornarsi con corsi, convegni ed altro? Si lavora e poi a casa. Stop.

sabato 15 ottobre 2011

Che cosa rappresenta, qual'è oggi il valore del lavoro? Niente. E' all'ultimo posto nei valori di ricchezza aziendali, preceduto dal valore delle macchine, dalla competitività tecnologica, dagli attivi di bilancio e dalla spregiudicatezza finanziaria ritenuta la vera arma in più per rimanere sul mercato. I lavoratori quindi diventano una zavorra ed un peso se non sono intercambiabili, se non si adeguano al nuovo status di alta flessibilità, se le regole che li tutelano non vengono smantellate. Le regole, ecco, sono le regole che impediscono losviluppo e la crescita dell'economia. In un mondo fantastico di pace e di prosperità tutto trova un suo equilibrio: I prezzi, i salari e la ricchezza comune, basta solo lasciare libere le forze del mercato, i famosi spiriti animali e vivremo in un mondo più equo e più giusto, e chi non la pensa così o ha semplicemente dei dubbi non merita neanche di venire ascoltato. Ma è veramente così? Ci dovremo rassegnare ad essere delle pedine insignificanti nelle mani di affaristi senza scrupoli?

L'inizio

Ciao sono il nuovo blog.