domenica 16 ottobre 2011

Si parla sempre più spesso di redistribuire la ricchezza, ma si prende poco in considerazione la necessità di redistribuire la felicità che poi è data dal tempo. Senza tempo per le proprie attitudini, senza pause per pensare e fare non c'è felicità. Nei lontani anni 70 si ipotizzava la fine del lavoro, visto come schiavitù, bene, sembra che gli ex ragazzi di allora siano stati presi in considerazione ed il "lavoro"sta sparendo lentamente ed inesorabilmente e quel poco che rimane è senza regole nè tempi precisi: orari, turni e mansioni sono decisi in modo da togliere ogni possibilità di visibilità sociale e di ricchezza individuale. Esempio: Con turni spezzettati ad orari assurdi come si può pensare di aggiornarsi con corsi, convegni ed altro? Si lavora e poi a casa. Stop.

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