domenica 25 dicembre 2011

Teologia della liberalizzazione

In questo nostro mondo ipertecnologico, dove tutto ha un costo e un beneficio, dove sembra non ci sia più posto per finalità ultraterrene, dove come direbbe Nietzsche Dio è morto, o così sembra, ecco , appunto, in un momento così carico di pragmatismo nascere una nuova Entità, con i suoi luoghi di culto, i suoi riti, i suoi santi e cosa imprescindibile in questi casi i suoi adoratori. Stiamo parlando della nuova religione cioè del neoliberismo, con il suo Capo Supremo e guida spirituale Milton Friedman e suoi profeti M.Thatcher e R. Reagan. La ricchezza non è data dal lavoro ma dalla fortuna che essendo scarsa va data solo a pochi privilegiati che poi penseranno a distribuirla con parsimonia. Tutti possono diventare ricchi anche se hanno molte più possibilità di rimanere poveri o di perdere quel poco che avevano. Si parla di dovere nell'assolvere il debito, fede nelle capacità di ripresa del mercato, osservanza delle regole finanziarie. Chi si pone al di fuori dei precetti e mette in discussione la Finalità, cioè il pareggio di bilancio, va perseguito e punito. Se  per rimettere in piedi un toro gli si tagliano le corna è solo per il suo bene, o no?

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