giovedì 12 aprile 2012

Di tanti palpiti

Ho avuto la fortuna di seguire in due giorni consecutivi le due versioni della Manon. La prima quella di Massenet in diretta streaming via satellite da New York e la seconda quella di Puccini su un normale DVD, l'mpressione che ne rimane è sempre di grande impatto ma con la la classica domanda inespressa ma latente: perchè ci piace tanto questa roba? Eroine voluttuose e frivole sempre punite da un giudizio morale che non solo non le assove ma ce le mostra come perdute e pericolose per l'ordine sociale, cavalieri pronti a tutto pur di arrivare al loro letto, padri assennati che cercano di salvare l'onore dei figli e della famiglia, la giusta punizione in termini di legge o malattia. Tutto ciò, frutto della penna di librettisti mediocri o insulsi non sta in piedi, meglio non starebbe in piedi, ma come il calabrone vola nonostante le leggi della fisica, queste opere reggono e acquistano un senso. Puccini sfronda la sua versione da padri petulanti, preti, balletti e la rende più legata alla terra ed al fango ma non ci risparmia un intero atto, l'ultimo, di un un'agonia lunga e insopportabile. E' la musica dunque il collante magico? Si e no, provate ad ascoltare un'opera da un CD e poi rivedetela con un DVD, capirete che cosa mancava: la messa in scena che con tutti i suoi limiti è essenziale.

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