domenica 5 febbraio 2012

Io e voi



Nei commenti seguiti al disastro della nave si notava una cosa che era nell'aria ma che per mancanza di necessità non veniva espressa. Allora molti, tanti, interpellati dicevano che era assurdo e illegale costringere il capitano a rimanere sulla nave, aveva forse lui meno diritto degli altri a mettersi in salvo o non era proprio la sua posizione di comando a dargli questo diritto? A parte le leggi del mare, le normative sulla navigazione e bazzecole varie ciò che queste persone volevano far notare era: perchè doveva mettere a repentaglio la propria vita? che cosa gliene veniva in termini utilitaristici? Io penso che un simile modo di ragionare sia la logica conseguenza di trent'anni e passa di prevalenza assoluta dell'io al posto del noi. Bisogna arricchirsi a spese degli altri, contro gli altri, bisogna fare in modo che ciò che ho io non ce l'abbiano gli altri o che almeno, io ce l'abbia prima di loro. Ciò che ci hanno inculcato non è solo una teoria economica ma anche un modello di vita che adesso sta producendo i suoi frutti. Ci si salva sempre da soli e guai ad aiutare qualcuno a rialzarsi perche così si lede l'integrità della società che non può e non deve tollerare gente o categorie sociali protette. E così diversa questa idea dalla situazione di una nave che affonda? Con buona salute dei Neoliberisti e della buonanima di Milton, che riposi in pace.

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