domenica 22 luglio 2012

No sale's

E così è arrivata sentenza della corte costituzionale che dice che i referendum vanno rispettati nelle loro conseguenze legislative e non aggirati. Bene, cade quindi l'obbligo di cessione dei servizi pubblici ai soggetti privati a prescindere dalla gestione e della qualità dei servizi offerti dal pubblico. In nome di una campagna mediatica massiccia e di un bombardamento ideologico senza precedenti era passata la tesi, molto articolata, pubblico brutto, privato bello, a prescindere. Curioso che i bravi gionalisti abbiano tentato in un primo momento di far passare la tesi che veniva bloccata solo la cessione dei sevizi idrici, peraltro esclusi dal decreto incriminato, vedi articolo dell'Unità del 21 maggio, no cari signori, l'obbligo cade in toto per tutti i servizi pubblici gestiti dagli enti locali, tutti: trasporti, rifiuti, farmacie.energia, educazione, assistenza. Una simile resistenza va spiegata con le conseguenze che tutto ciò avra sulle attuali politiche governative, sulla spending review e sulle attese, eufemismo per non dire intimidazioni, del Fmi e della Bce. Cade, per adesso,uno dei pilastri dei mercatari puri, cioè le liberalizzazioni o privatizzazioni che le si vuol chiamare, con questa sentenza non sarà più molto facile o almeno non sarà più automatico e obbligatorio svendere e regalare servizi essenzialiai privati con la scusa del contenimento dei costi. I manuali di scuola media dicono che quando un privato abbassa i costi di gestione di un servizio lo fa prevalentemente in due modi: abbassando la qualità o alzando le tariffe, non di rado utilizzando tutte e due le opzioni assieme.

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