sabato 1 dicembre 2012

(Grandi) opere di carità

Per un lungo e ottimo periodo storico era stata una regola condivisa ed accettata da governi, parti sociali, finanza e imprenditoria, dettata sopratutto dal buonsenso e dai vantaggi che indubbiamente portava a tutta l'economia. Dunque si era tutti d'accordo nel far girare soldi e lavoro con le piccole opere, tanta manodopera e poco capitale, manutenzione delle strade, cura del territorio e delle sue infrastrutture, piccole costruzioni, scuole, ospedali, tutto parcellizzato in modo da offrire la massima copertura al maggior numero di persone. Poi il contrordine: solo grandi opere , con pochi addetti e che facciano capo possibilmente sempre agli stessi gruppi economici. Così è tutto più razionale ai nuovi livelli di scala, in parole povere,oggi si può lavorare solo in grande, la piccola dimensione, il piccolo intervento sono antieconomici. Devi aggiustare una strada? aspetti che sia fuori uso mezza città così puoi fare un macro restauro.Ma l'effetto perverso di questo modo di procedere non riguarda solo la scala, c'è anche un pericoloso legame, un viscido collante che tiene uniti i vari interessi, le varie realtà in campo. Esempio pratico: C'è una mega opera sconfessata da tutti gli analisti economici, dalle comunità locali, dagli indicatori di ricchezza e di salubrità ma che va avanti sostenuta sopratutto dalle forze politiche in modo trasversale e compatto, coriaceo, come a dire si fa e basta perchè così abbiamo deciso, a prescindere da tutto e da tutti. Perchè si mettono contro le comunità che li hanno eletti? Probabilmente perchè si sono avvalsi di "vicinanze", di legami troppo stretti con realtà attualmente più potenti di loro e che finiscono per fagocitarli nei loro interessi. Il povero assessore, l'inerme onorevole devono rendere conto di tutto ciò che fanno a chi "a creduto in loro" e generosamente ha portato avanti il loro progetto. Si dirà che è stato sempre così, non è una novità da che esiste la politica e la rappresentanza. Vero ma fino ad un certo punto, il grosso cambiamento attuale è che i due poteri, il politico e l'economico non sono più in equilibrio, non hanno più lo stesso potere di attrazione, se prima era l'imprenditore a cercare l'eletto adesso avviene il contrario perchè sono cambiati i rapporti di forza e se il primo non vuole, non esiste neanche il secondo. Per inciso sta scomparendo anche la figura dell'imprenditore classico col cilindro ed il sigaro, oggi gli ordini arrivano direttamente da quell'entità astratta ma onnipotente chiamata finanza. E' vero che le cose non sono mai così lineari, nè si può ridurle a slogan ma il buon Holmes diceva che per risolvere i casi più intricati, per chiarire una situazione bisogna partire dalle ipotesi più semplici

Nessun commento:

Posta un commento