venerdì 29 marzo 2013

Credito

Come al solito prima arrivano i tamburi e le grancasse poi segue la sfilata di tutto il circo con tanto di clown, nani e ballerine, ormai è un classico del sistema politico, giornalistico e chi più ne ha, più ne metta, tanto c'è posto per tutti. Arriva il primo, di solito è il Corrierone con una delle sue prestigiose firme, poi seguono a valanga tutti gli altri fogli e fogliettini sparsi, che dice con commozione e trattenuta indignazione che lo stato, la pubblica amministrazione devono pagare le imprese per i crediti che  esse hanno maturato nei loro confronti, altrimenti il sistema Italia chiude. Bisogna far subito, non c'è tempo per una legge e non c'è neanche un governo, si faccia un decreto ad hoc ed il problema è risolto. PERCHE' ADESSO TANTA FRETTA? Perchè il governo precedente non ha legiferato? Perchè il parlamento non ha fatto nessuna proposta di legge in tal senso? Diceva un grande della politica che a pensare male non sempre ci si sbaglia. Allora se si fa un decreto si salta tutta quella catena di controlli e verifiche necessaria affinchè il malloppo finisca nelle mani giuste, anzi c'è il fondato rischio che vengano elargiti con i soliti metodi ai soliti personaggi che da sempre razzolano liberi nell'aia cibandosi di soldi nostri. Dei 40 miliardi in questione ben 21 devono essere dati  dalla sanità alle cliniche private,ospedali convenzionati e ditte fornitrici di servizi collegati. C'è di che riempirsi la pancia.

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