giovedì 4 aprile 2013

Tecnica di frittura mista

Chi non ha visto un film di Fellini o di Bergmann? Questi grandi registi ci portavano per mano nel LORO mondo, nel loro modo di vedere le cose e la vita, non c'era trucco e non c'era inganno, noi non siamo sicuri che le cose stiano così ma ci piace pensarlo e mostrarvelo come se fosse vero. Poi sono arrivati i giovani leoni che hanno smontato il punto di vista unico, ognuno è libero di inventarsi un finale o una linea guida per il film. Ottima cosa per un linguaggio in continua evoluzione com'è il cinema, ma pericolosa se viene estesa a campi dove la creatività dovrebbe essere ridotta al minimo ed il punto di vista iniziale dovrebbe essere chiaro e preciso fin dall'inizio. Se io parto da A e mi contrppongo a B poi cerco di arrivare a C, punto, i limiti sono definiti dalla mia visione delle cose, ma cosa succede se io parto direttamente da C, inverto i  punti A e B nel loro significato lessicale ed offro al lettore una bella ed immangiabile frittura mista dove non si sa dove sia il capo e la coda? Dove tutto il discorso può essere ribaltato secondo le covenienze del momento o della disponibilità di chi legge? Un bravo giornalista ha "sdoganato" un termine che non si usava decenni e decenni ma vi ha trovato una nuova collocazione: Controrivuluzionari. Uno pensa alla Vandea, all'oligarchia Russa pre rivoluzione, no per lui sono coloro che si oppongono alle riforme, e chi sono i riformisti? Sono le forze governative responsabili  che ci devono traghettare verso la nuova era fatta di necessità e scadenze ineludibili. Come si vede i due termini, controrivoluzionari e riformisti sono usati in maniera talmente ambigua  che li si può far rientrare in qualsiasi opinione.

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