venerdì 4 maggio 2012

Breviario minimo

A chi gli poneva domande su Dio, sulla verità, sul bene e sul male, un vecchio prete rispondeva che non aveva tempo per queste cose dovendo lui dire tre messe al giorno e badare alla parrocchia, e poi aveva il suo breviario per tutte le risposte. Anche il nostro caro professore ragiona allo stesso modo. Lui ha studiato quello che c'era da studiare un bel pò di anni fa e non si pone minimamente il problema di un aggiornamento professionale, tutto tempo perso col dafare che si ritrova. Concorrenza, mercato e liberalizzazioni. Serve altro? No, allora perchè tutte queste chiacchiere sullo sviluppo, sulla domanda, sui redditi e sul ruolo dello stato nell'economia che è come mettere l'aglio nel caffelatte del mattino? Il personaggio sta mostrando giorno dopo giorno tutti i suoi limiti culturali e professionali. Era questo il supertecnico che ci doveva tirar fuori dai guai? Francamente sembra inadeguato al compito e col suo vecchio armamentario liberista non ci porterà lontano. Per questi emeriti intellettuali non è il lavoro che crea la ricchezza di una nazione ma solo lo sviluppo dei capitali e delle rendite finanziarie. Il lavoro ha come conseguenza maggiori diritti per tutti, ridistribuzione della ricchezza e dei poteri all'interno della governance. In una delle loro prime riunioni questi signori l'avevano detto chiaro e forte: la democrazia è un lusso che non ci potremo permettere a lungo

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