domenica 13 maggio 2012

Tramonto dell'occidente

Heidegger a tutti quelli che gli chiedevano conto delle sue scelte politiche sbagliate rispondeva di non avere niente di cui pentirsi. Ma l'eredità più cupa che ci lasciato riguarda le sue idee che si stanno rivelando più lungimiranti e tragiche di quel che pensassimo , con connessioni attualissime al nostro mondo ed al nostro modo di agire. L'essere si sostanzia nella sua oggetività che non diviene però mai verità rivelata, essenza assoluta, e neanche tecnica e conoscenza, la sua essenza è invece l'esserci nel suo processo continuo di creazione degli eventi, del divenire. Ma l'agire e il divenire sono diventate le ossesioni del nostro stare al mondo e abbiamo affidato le nostre sorti ad una nuova religione fatta di obiettivi e comandamenti immateriali ma obbligatori per tutti. Essere vuol dire divenire a mete in cui il nostro Io sia soddisfatto e realizzato. Obiettivo irraggiugibile secondo le regole che ci siamo costruiti perchè viene abilmente spostato in avanti giorno dopo giorno. L'essere a questo punto diviene una marionetta, un tragico pupazzo a cui vengono tirati i fili per farlo muovere e farlo sembrare partecipe e attore del proprio destino. Il filosofo non sarebbe d'accordo con queste conclusioni arbitrarie ma lui stesso raccontava che quando parlava il grande dittatore non bisognava ascoltare quello che diceva ma solo osservargli le mani. Già, perchè le mani? Chissà, forse dei dubbi ce li aveva pure lui sullo strano modo in cui si era realizzato il suo pensiero nella storia.

Nessun commento:

Posta un commento