venerdì 25 maggio 2012

Nata libera

Le riforme di Elsa l'indomabile. Sono stati resi noti i nuovi coefficenti per il calcolo delle pensioni con il contributivo e si scopre ,sorpresa, che chi va via dal lavoro prima dei 65 anni perderà tra il 3 e il 4% l'anno, anche quelli che hanno superato la soglia di anzianità ( tra i 42 e i 45 anni fino al 2020 ). Ma costoro perderanno già il 3% l'anno se vanno via prima dei 63, si sommi la perdita secca nel passaggio totale al contributivo valutata in circa il 40, 50% , i contributi onerosi, il caos totale nelle ricongiunzioni e si avrà il quadro generale della situazione. Il messaggio è chiaro e forte: tutti andrete via con l'età anche se avete già lavorato 50 anni, scordatevi l'anzianità ed il saldo di tutti i lavori fatti, non contano più niente.Perchè tutto questo? Ci dicono per motivi di cassa, ma non regge perchè i numeri dicono che il sistema previdenziale italiano regge e reggerebbe bene per i prossimi anni, allora le spiegazioni potrebbero essere due, una prettamente ideologica e una monetaristica. La prima ci dice che con un pò di anni di vita davanti il pensionato studia, si aggiorna e cerca di capire le cose meglio e con più attenzione di come non lo abbia fatto precedentemente, Passare direttamente dal lavoro alla bara risolve molti problemi. Poi c'è anche la quantificazione finanziaria. L'Italia è uno dei paesi che rifiuta ostinatamente le pensioni integrative, quindi qualcosa come centinaia di miliardi l'anno sfuggono alla voracità dei fondi privati e finiscono all'Inps. I soliti dottoroni ci dicono che non va bene, che dobbiamo fidarci, non possiamo rimanere indietro, l'Europa ce lo chiede (e dai!) e poi ci si guadagna. Non è vero, non ci si guadagna, questi fondi perdono più o meno come tutti gli altri prodotti finanziari di massa, ma per i miracoli della finanza e della globalizzazione la maggior parte della moneta che gira per il mondo è prodotta in origine da questi fondi integrativi, è la materia primordiale che fornisce i capitali alla grande speculazione, che, ovvio, non è mai in perdita. Cioè chi fornisce questi capitali, i pensionati,non sono minimante in grado di gestirne l'utilizzo.

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