mercoledì 29 agosto 2012

SALVAITALIA

Si dice che l'ottimista, giunto in fondo al pozzo cominci a scavare. Come stiamo vivendo questo momento di transizione, lunghissimo e atroce tra un prima e un dopo inevitabile?Il nostro immaginario ci dice che nonostante tutto non cambierà nulla e se cambierà qualcosa sarà solo per gli altri. Un lato positivo del nostro amato paese è questa capacità infinità di assorbire, smorzare i cambiamenti in arrivo, con una rassegnazione secolare che ci fa sopportare tutto senza tumulti e moti di piazza. Ciò non vuol dire però che non ci siano segnali pericolosi di un innalzamento delle tensioni e di avvicinamento a quello che gli strutturalisti chiamano momento di rottura, ci sono ed è giusto prenderne atto. Dai minatori del Sulcis, ai mille e mille lavoratori senza più niente, ai buchi nei bilanci degli enti locali sempre più grandi e vistosi, alla fine di un modello scolastico che nel bene o nel male ha creato la spina dorsale del paese,alla fine di modello di sanità universalistico che ci ha reso  uno dei paesi più longevi del mondo, ecco, fino a quando si potrà contenere tutto questo smottamento lento e costante verso la miseria senza farlo emergere in superficie?

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