sabato 10 novembre 2012

Giovanni Testori

Giovanni Testori come tanti grandi italiani è stato tutto e niente, il caos e l'ordine, la ribellione ed il consenso, la solitudine e la carezza del successo, mai accettato veramente del tutto, nessun compromesso  lo ha mai limitato o adulato ed è sempre andato in una direzione diversa da quella che ci si aspettava da lui. Negli ultimi anni di vita è stato molto vicino ad organizzazioni religiose intransigenti e poco legate alla modernità,ma lo fatto a modo suo, senza perdere mai la sua carica dirompente e trasgressiva, a tratti fuori dalle righe canoniche, e tutto questo non è poco. Aveva una visione della vita tragica e misteriosa il cui significato andava cercato oltre il contingente e flebile passaggio terreno, dove la salvezza era data in primis ai reietti, agli esclusi, agli ultimi e questo lo metteva contro una certa idea di potere che in proposito aveva idee diverse. Nella sua Milano non fu mai molto amato perchè gli si preferiva un'idea di teatro fatta di precisione, adesione ai testi, punteggiatura, buona dizione, tutte cose che lui detestava a favore di un'indefinitezza testuale, un gioco lessicale che lasciava quasi mano libera agli attori. E poi i contenuti andavano contro ogni buon proposito, lezione storica o pedagogica, rompevano schemi, barriere modi di pensare codificati e comodi da seguire. Prese applausi e sputi senza mai farsene una colpa.

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