mercoledì 7 novembre 2012

Work's deregulation

L'inarrivabile ministra non conosce soste e insiste con i suoi proclami, lei come john Belushi ha una missione da compiere, la sua è smantellare le regole sul lavoro e previdenza, lasciare una campo arato per le future politiche liberiste, perchè di lavoro da fare su quella strada ce n'è ancora tanto e lei da donna giudiziosa fa trovare il terreno pronto e disboscato, non le manca la buona volontà. L'ultima trovata riguarda la produttività,in un paese con milardi di ore di cassa integrazione, il problema è la produttività, ma produrre che cosa e per venderle a chi? Meglio chiamarla riduzione del costo del lavoro a danno del salario e delle ore lavorate che diventano di più e con meno pause, come al solito, sempre, si cita la virtuosa Germania che però ha più feste di noi e orari più morbidi dei nostri e meno ore lavorative individuali, ma perchè cazzo continuate a raccontarci sempre le solite minchiate? Due piccioni con una fava, colpire gli stipendi, da collegare a fantomatici progetti aziendali raggiunti, e depotenziare per sempre il contratto collettivo nazionale a favore di quello di secondo livello, magari da contrattare con sigle fantasma e inesistenti come numeri e riferimento tra i lavoratori. Ancora campanelli d'allarme sul nostro sistema previdenziale, non regge, non regge e gli attuali giovani e futuri vecchi non prenderanno quel minimo che basta per vivere dignitosamente. la colpa come al solito non sta a monte, nell'iniquo mercato del lavoro ma nelle regole dell'ente da cambiare.Ancora una volta è inutile dire che i conti sono a posto a parte qualche regalo a casse in deficit e accolte con prodiga ospitalità, la minaccia viene all'esterno, dalla mancanza assoluta di lavoro continuativo e quindi dall'esiguità dei contributi versati. Rimedi consigliati: previdenza integrativa ( obbligatoria?). Ma se un povero ragazzo non può pagare i contributi normali figurarsi i complementari e aggiuntivi. Ma questi signori dove vivono? Anche lì il messaggio è chiaro: O ti paghi l'assistenza privata o morirai di fame.

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