sabato 19 gennaio 2013

Lavori in corso

A fine dicembre vengono sciolte le camere con la prassi solita nella prima repubblica, il presidente valutata la situazione, senza nessun voto di sfiducia del parlamento, si reca dal capo dello stato e si dimette. Tutti i governi fino al 93 sono caduti così, dolcemente e senza traumi, si pensava che non dovesse succedere più ma evidentemente evitare il voto delle camere serve a tenersi le mani libere per il futuro e non è il caso di scandalizzarsi più di tanto. A quel punto la situazione era abbastanza chiara: vittoria sicura dei democratici alla camera e probabilmente, forse, anche al senato, visto il disastro delle giunte uscenti nel Lazio ed in Lombardia e la liquefazione della destra in quasi tutto il resto d'italia. Entra in campo la lista del premier che tutti i sondaggi danno massimo al 10%, rientra alla grande il Cavaliere dopo i dubbi ed i tormenti di novembre ma il suo ritorno non frutterà più del 15- 20%, poco per un "ribaltone" col centro ( si, se avessero i numeri potrebbero fare anche questo), allora tutto è perduto e l'Italia andrà in mano ai comunisti? No, questa è gente che una ne pensa e cento ne fa, e poi come la prenderebbero i mercati? vogliamo scherzare? E' gente che non bisogna contraddire sennò ci fanno alzare lo spread. Tutti al lavoro. Improvvisamente viene trovato un accordo tra PDL e Lega per la Lombardia, regione chiave con i suoi 47 senatori eletti. Vengono dirottati al senato tutti i pezzi da novanta che stavano alla camera arruolando in questa migrazione anche transfughi della sinistra. Accordo nel Lazio, accordo in Sicilia con gli ex ribelli,listone in Campania con tutti i mamma santissima che puzzano ma portano valanghe di voti. Sono aree dove si decide tutto e se si riesce a toglierle all'avversario e quasi fatta. Ma non basta, come al solito è dalla parte opposta che viene l'aiuto decisivo e nasce il partito arancione, entità di cui si sentiva sinceramente la mancanza. Risultato? quel 3-4% che raccoglierà toglierà la maggioranza nelle regioni in bilico ai democratici. Bingo. Si dirà ma anche Grillo togliera voti ai " comunisti",vero, ma non saranno tanti perchè il suo bacino è tra gli ex dipietristi, quasi prosciugato, gl'indecisi, quelli che sono anni che non vanno mai a votare, i delusi dalla lega e dal cavaliere, gl'internauti.

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