domenica 14 ottobre 2012

Dizionario minimo: Senso e tempo

Molti prima o poi si pongono la classica domanda: ma qual'è il senso di tutto quello che sto vivendo, del mondo e delle persone che mi stanno attorno, domanda molto recente perchè fino a qualche anno fa era facile rispondere: nascere, vivere, morire. L'individuo non aveva molte pretese e sicuramente non aveva bisogno di un senso per trovare delle motivazioni, c'era chi decideva, c'era una necessità universale in tutte le cose e a noi non restava che far finta di essere liberi. Poi qualcuno ha tagliato i fili del destino e ci ha gettato nel vuoto, ci ha condannato in un presente , un futuro e cosa ancora più terribile, un passato, abbiamo in mano le possibilità di esssere e di fare, di vincere o di perdere, nessuno deciderà più per noi, siamo tutto ciò che possiamo. Una frase celebra di S. Agostino dice più o meno: Se me lo chiedo so che cosa è il tempo, ma se devo spiegarlo non lo so più, a lui si deve la prima consapevolezza che la salvezza o la condanna di ogni individuo è anche dentro di lui, nel suo essere più profondo.Ecco, ci siamo arrivati, il tempo non è altro che una nostra invenzione che ci costringe a pensarci sempre in movimento, in divenire, nel progetto continuo che può( ed è) diventato una gabbia sempre più stretta dove facciamo fatica a muoverci. La sera mi ritrovo su quella scatola dei nostri sogni che è you tube: Il trovatore, opera intera 2h e 50, il crepuscolo 4h e 30. teatro, Re lear 3h e passa,Otello idem, conferenze e lezioni ore ed ore, ma dove si troverà mai il tempo necessario? Non c'è, è impossibile, forse questa è la migliore risposta a S. Agostino, il tempo può essere definito solo dai nostri limiti, non è dove andiamo ma dove non potremmo mai arrivare.

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