lunedì 17 settembre 2012

Stanza Cinese

Vengo accolto da due piccole simpatiche ragazze che mi fanno entrare e  mi aspetto che da un momento all'altro mi mettano davanti gl'involtini primavera o il pollo alle mandorle, capisco che questa mancanza di fantasia dipende della conoscenza sommaria che abbiamo degli altri, chiunque essi siano,ma la curiosità non mi manca. Una terza ragazza meno carina delle prime ma più decisa e preparata mi spiega sommariamente- Tu devi stare zitto e non fare niente, lì c'è lo stanzino dove lascerai i vestiti,esci e noi ti prepareremo per l'incontro. Niente domande, niente risposte, tutto deve essere già chiaro nella tua mente, se non sei pronto dillo ora perchè una tua impreparazione può essere molto pericolosa. Mi guarda severamente e mi lascia con mille dubbi, mi viene dato il tempo di lasciarmeli passare perchè rimango lì parecchio tempo in attesa che qualcuna di loro mi dica cosa fare e si prenda cura di me, poi due camici bianchi mi indicano il lettino per il massaggio che è molto frugale ma efficace, non penso più a niente e mi sento bene. Non ho la minima paura per quello che succederà dopo. Ancora attesa, non so quanto  ma lunga abbastanza da farmi dimenticare tutto quello che mi girava ancora per la testa. Ero in penombra e guardavo le pareti dai colori tenui, non c'era il bianco ma tinte smorzate diverse per ognuno dei quattro lati, dopo precise indicazioni mi ritrovo in una camera stagna come quelle dei sommergibili, chiusa la porta dietro le mie spalle se ne apre un'altra davanti, ma non c'è niente, non vedo niente: buio totale, assoluto, la ragazza mi fa entrare tenendomi per mano e mi fa sedere, quindi esce e rimango da solo. Improvvisamente vengo investito da una puzza micidiale, un concentrato di tutti gli odori sgradevoli e repellenti derivati da chi si lava poco o niente, era proprio davanti a me, sentivo il respiro. -Le mani, dammi le mani. Me le stringe con forza, quasi da farmi male. Tu sei venuto qua perchè vuoi energia vero? Non devo dire niente, quindi è una domanda retorica e lo lascio continuare, ha una voce grave ma convincente. -Tu sei una persona cattiva. Avrei voglia di andarmene, tutta questa sceneggiata da quattro soldi comincia a darmi fastidio, non c'è motivo di essere preso a calci come un cagnolino randagio, non ne vedo la ragione ed il senso, che ne sa questo buffone di me, di quello che sono e di quello che voglio? Avrei voglia di rispondergli per le rime ma non posso, vietato parlare. Mi si avvicina ancora di più e sento il suo concentrato di fiato marcio. - So molte più cose di te di quanto tu immagini o vuoi sapere, perchè  sei venuto qui se sei così ostile,rilassati, se vuoi continuare ci vuole la tua collaborazione, altrimenti sarà molto pericoloso per tutti e due. Adesso io conterò fino a tre, poi lascerò le tue mani. Improvvisamente una sensazione nuova, indescrivibile, come se mille ponti fossero stati gettati ,mille palazzi costruiti nel giro di un attimo, una sensazione di serenità e di indistruttibile fiducia, non c'era niente in quel momento  oltre i miei desideri. Non sentii minimamente il suo tre scandito forte e rimasi attaccato alle sue mani finquanto non sentii il suo urlo disumano, poi più niente. Si accesero le luci e mi ritrovai in una stanza completamente vuota, c'ero solo io e la mia sedia, nient'altro, nè mobili nè maestro. Vengo riaccompagnato all'uscita con modi molto meno gentili di quando sono entrato, - E non farti più vedere- La ragazza chiude la porta e mi lascia lì con le mie incertezze.

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